Nello stesso spazio si trovano anche le miniature, il libro della Confraternita del Corpo di Cristo miniato da Reginaldo dè Pirano nel XVI secolo, manoscritti, oggetti liturgici e la celebre stauroteca in argento dorato con smalti cloisonnès.
Il raffinato trittico raffigura, mediante preziosissima cromia, Cristo Crocifisso tra la Vergine e S. Giovanni Evangelista nel riquadro centrale e nelle antine laterali, S. Pietro e S. Paolo.
La purezza degli smalti e delle pietre fanno di questa opera, datata tra la fine del X secolo e gli inizi dell’XI, un esempio di essenzialità e di rigoroso filtro cromatico.
Sono raccolti, inoltre, calici, vasetti crismali, uno splendido ostensorio del XVIII secolo e paramenti liturgici del settecento.
Si possono ammirare inoltre, le corone d’oro delle effigi della Madonna della Madia e del Bambino offerte dal Capitolo della Basilica di S. Pietro in Vaticano.
Nella sala degli argenti e degli ori è collocato il trittico ligneo del Campsa, eseguito nel 1502, in cui il rapporto stretto tra le figure e l’architettura, evidenzia un legame con le opere classiche.
L’impronta nordica della fattura, la qualità dell’oro, la tonalità del verde-scuro di fondo e del rosso del panneggio, fanno di questo lavoro uno dei bassorilievi più espressivi reperiti in Puglia, per il silenzio mistico di cui si sostanzia.
Sulla parete opposta della stessa sala, “dulcis in fundo”, ammiriamo la bella opera dai colori tonali della “Madonna della Misericordia” proveniente dalla Chiesa di S. Antonio, del pittore Palma il Giovane.
Le forme del dipinto monumentali, mettono in evidenza un essenziale valore volumetrico.