Il Museo Diocesano di Monopoli è stato istituito il 29 Giugno 2002 nei locali dell’ex Seminario Vescovile fondato dal Vescovo Giuseppe Cavalieri nel 1668. Siamo convinti che non esistano musei che, più di quelli diocesani, rispecchino la storia del territorio in cui si collocano e meglio riescano a raccontarla. La diocesi è, programmaticamente, una zona omogenea dal punto di vista dell’organizzazione religiosa, ma spesso anche dal punto di vista culturale. Nel caso di Monopoli, sin dall’XI secolo a capo di un’importante diocesi, via via ingranditasi nel corso dei secoli, questo assunto risulta particolarmente evidente e si arricchisce di significati a causa della complessità e specificità della storia della città. Nelle testimonianze artistiche sovravvissute si riflettono dunque le sedimentazioni e gli avvicendamenti politici e culturali susseguitisi lungo i secoli, dal passato “bizantino”, testimoniato fra l’altro dall’icona della Madonna della Madia, secondo la leggenda giunta dal mare su un letto di travi, al periodo svevo e angioino, ai rapporti con Napoli aragonese, al forte vincolo, anche amministrativo, che almeno per due secoli la legò a Venezia, al debito culturale nei confronti del Viceregno e poi Regno napoletano. Tutto questo raccontano, sebbene in frammenti e con inevitabili lacune, le opere esposte nel nuovo museo diocesano, allogato nelle belle, luminose sale, recentemente restaurate, del Seminario Vescovile, un istituto di formazione per il clero voluto a Monopoli dal Vescovo Giuseppe Cavalieri (1664-1696), che ne imprese la costruzione nel 1666 – come attesta la lapide murata nella sala a pianoterra, che in futuro accoglierà mostre temporanee – fruendo del sostegno economico di Gianlorenzo Morandi, avvocato concistoriale a Roma originario di Monopoli, e di altri generosi benefattori. Dagli interessi sui capitali legati dal Morandi, venivano mantenuti otto allievi di Monopoli e uno di Cisternino (allora facente parte della diocesi monopolitana), nonché Rettore, Vicerettore e due Prefetti, a quanto riferisce nel 1773 l’abate Alessandro Nardelli nella sua Monopoli manifestata. Le opere esposte, provenienti da diverse Chiese della Diocesi di Monopoli, invitano ad un grande viaggio alla riscoperta della cultura cristiana nei secoli. Fanno bella mostra di sé, dipinti di Lazzaro Bastiani, Costantino da Monopoli, Francesco Vecellio, Paolo Veronese, Jacopo Palma il Giovane, Paolo Finoglio, Alessandro Fracanzano, Andrea Miglionico, Giambattista Lama, opere che comprendono un periodo che va dal 1400 al 1700, vincolate a Venezia e al Regno di Napoli, a causa delle vicende storiche della città di Monopoli. Si possono ammirare, inoltre, nello spazio museale, una preziosa stauroteca (1000 -1100), icone, testimonianze artistiche legate al passato bizantino, un trittico ligneo del Campsa (1500), miniature di Reginaldo de’ Pirano, un portulano, manoscritti, antifonari, oggetti liturgici di pregio, paramenti sacri, calici, vasetti crismali ed ostensori.